Il progetto culturale della Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni (AUIC) propone un’occasione importante di confronto e crescita sull’insegnamento nell’ambito dell’architettura, dell’urbanistica e dell’ ingegneria delle costruzioni.
Il Progetto culturale e didattico della Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni (AUIC) persegue l’obiettivo in primo luogo di formare “laureati competenti nel campo specifico della progettazione e della costruzione, in grado di misurarsi responsabilmente con i problemi che la realtà pone a più livelli e su diversi temi: dall’edificio allo spazio interno, dalla città al territorio, al paesaggio, al patrimonio culturale; in secondo luogo, di alimentare la centralità del progetto “inteso, nella sua unità, come sintesi di saperi molteplici” e sul nesso tra questa pratica e i principi fondativi della cultura politecnica, per la “formazione di laureati capaci di condurre a unità le diverse discipline che prendono responsabilmente parte ai progetti di trasformazione dell’ambiente fisico”; in terzo luogo, di attivare la Scuola come “luogo di produzione della conoscenza oltre che di trasmissione del sapere, in coerenza con il ruolo di anticipazione e di elaborazione culturale che appartiene all’Università […] punto di riferimento di un processo di profondo cambiamento che richiede importanti contributi sia sul piano della definizione di nuovi ruoli professionali, sia sul piano di processi innovativi capaci di ridare competitività, ma anche di delineare una svolta sul piano della qualità dell’habitat futuro”.
L’obiettivo di fondo è quello di dare forma a una precisa collocazione e caratterizzazione della Scuola AUIC entro il sistema universitario del Paese, coniugando la solida tradizione delle scuole di architettura italiane con esperienze profondamente innovative, individuando un preciso e peculiare spazio tra le scuole politecniche europee e internazionali.

I primi sei anni di vita della Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle costruzioni sono stati contrassegnati dal consolidamento di un progetto culturale ambizioso, unico nel Paese, fondato sul tentativo di una integrazione di ambiti della formazione tradizionalmente collocati negli alvei separati dell’architettura, dell’urbanistica, del paesaggio e dell’ingegneria delle costruzioni. Si trattava di un progetto di riforma maturato all’interno di un contesto che sul versante della conoscenza iniziava a comprendere la centralità dei temi della sostenibilità ambientale e della digitalizzazione, già ampiamente praticati altrove; che sul fronte del mercato del lavoro subiva una diffusa, profonda e prolungata crisi del settore delle costruzioni e delle pubbliche amministrazioni; e che sul piano della formazione vedeva un progressivo calo di attrattività dell’offerta riferita a questi ambiti, naturali sbocchi occupazionali dei laureati della Scuola.
In quel contesto abbiamo saputo costruire un progetto di visione, profondamente calato nella cultura politecnica, fondato sull’attenta ricerca di un equilibrio tra la dimensione tecnica e culturale dell’attività progettuale e dei processi di trasformazione dell’ambiente costruito, nella quale le diverse tradizioni di lavoro delle Scuole di architettura e della Scuola di Ingegneria edile e architettura hanno trovato un terreno di utile confronto e collaborazione.